IL TORNEO: STORIA

1986: NASCE IL GIALLO VIP


FORO ITALICO: GABRIELLA SABATINI N.2 AL MONDO

Il primo torneo internazionale di tennis Giallo Vip si e' svolto alla Ginnastica Roma nel Giugno 1986. Internazionale, in quanto tra gli iscritti, oltre ad italiani ed europei, c'erano coreani, cinesi, australiani, tunisini, russi, argentini ecc; "giallo", in quanto si trattava di un doppio, con sorteggi (pilotati) in campo; e VIP in quanto gli invitati erano noti personaggi del mondo della politica, spettacolo, giornalismo, sport ecc. Dieci sono state le edizioni del torneo: otto si son svolte alla Ginnastica Roma, la nona nel '93 al Saxa Rubra; c'e' stata una decima edizione, sempre alla "Roma", riproposta e taroccata da Carlo Bensi; in seguito, decine sono stati i tentativi di imitazione del torneo, a Roma ed in tutta Italia.
I vincitori della prima edizione del Giallo Vip furono Mario Pescante, Presidente del Coni e Teo Betti del Messaggero.
Le edizioni successive, videro il successo di Renato Bocchi (finanziere ed ex presidente della Lazio), Scotto Lavina (direttore generale della Banca Etruria); Pasquale De Vita (Presidente dell'AGIP) e Silvana Lazzarino, ex campionessa cresciuta alla Ginnastica Roma; Gianni Rivera, la star del Milan e della Nazionale, e Giorgio Malfatti, ambasciatore italiano a Cuba.
Durante la Tennis Fest di chiusura della manifestazione (che durava tutto il mese di Giugno) si svolgeva anche la Champion Cup, riservata ai finalisti delle precedente edizioni.


GINNASTICA ROMA: ADEL, AMBASCIATORE D'EGITTO

Una domanda frequente, a questo proposito: "Vincevano i piu' bravi o i piu' famosi?" In realta' il Giallo Vip funzionava un po' come tutti i tornei, o quasi.
In tutte le manifestazioni tennistiche, per ragioni di cassetta, ci sono le teste di serie, per evitare che i migliori escano ai primi turni. Al Giallo Vip si sorteggiavano le coppie in campo: ma le teste di serie, cioe' i "supervip" erano affiancati nei primi tre turni da qualche giocatore forte della Ginnastica Roma che gli faceva da traino.
Questa e' un po' la storia agonistica del Giallo Vip, quella meno importante.
Per capire invece lo spirito della manifestazione, la sua evoluzione, per spiegarne la fine dopo il clamoroso successo, si rischierebbe di sconfinare in un trattato di psicologia; per evitare il quale va subito chiarito un dubbio spinoso: ma di chi era il Giallo Vip? Come s'e' potuto dissipare un tale patrimonio di relazioni, pubblicita', immagine, prestigio e profitti? A lanciare l'idea del torneo, in occasione del Natale 1985, fu Gianni Bonomi che, in un momento di grave crisi del circolo, si fece carico di tutti gli oneri organizzativi lavorando in totale autonomia, nei propri uffici, con propri collaboratori; tra il disinteresse e lo scetticismo dei soci, in quanto nessuno, nemmeno gli stessi organizzatori, s'aspettavano quel successo che sarebbe stato il Giallo Vip.


ALBERTO TOMBA SALTA LA RETE DEL CENTRALE DELLA "GINNASTICA ROMA". LA FOTO FU PUBBLICATA DA PRESTIGIOSE TESTATE, TRA CUI "TIME"

La prima edizione inizio' il 3 Giugno 1986, e, in un circolo fino ad allora praticamente deserto, piombarono improvvisamente il Presidente della Lazio e quello della Roma; l'ambasciatore Americano, quello della Russia, del Canada, dell'Egitto e del Marocco; il Presidente del TAR e del Consiglio di Stato; un Cardinale ed il comandante dei Vigili del Fuoco; il Presidente del Coni ed il sindaco di Roma. E dietro di loro, giornalisti e fotografi, articoli su tutti i quotidiani e riviste, addirittura su TIME. E' stato subito un successo clamoroso, un vero e proprio "boom" che alla Ginnastica Roma sconvolse un po' tutti i soci, catapultati in una atmosfera sconosciuta e quasi irreale. Sui campi comparvero fondali personalizzati della ELLESSE, mentre i fiori dei vivai Mari ed i tabelloni elettronici evocavano l'atmosfera degli Internazionali del Foro Italico. I soci della Ginnastica Roma si trovarono ad arbitrare partite cariche di tensione tra il Presidente della Roma e quello della Lazio, dinanzi a giornalisti; o a giocare accanto a Rivera, Missoni, Rutelli, Maccanico. Cesare Bensi, socio storico della Ginnastica Roma ed ormai tranquillo pensionato, diventa direttore del Giallo Vip, e segue Gianni Bonomi a Mosca su invito del Kremlino; e da Mosca a Londra per un appuntamento con il maestro di tennis di Lady Diana; altri soci si trovano improvvisamente a palleggiare con Nicola Pietrangeli, o a mangiare accanto a Diego Armando Maradona. Tutto da strabuzzare gli occhi: gratis la pasta cucinata e servita dal personale della De Cecco, gratis porchetta ed antipasti della Fiorucci, gratis il vino della Fontana Candida, gratis il caffe' della Palombini. Tutto da non credere: dalla Regione arriva un contributo di sei milioni; ne arriva un altro di cinque milioni dal Coni presieduto da Mario Pescante; Carlo Costa e Bruno Senatore (direttore e Presidente del Credito Sportivo) si rendono disponibili ad aprire una pratica di finanziamento; arrivano al Circolo Ginnastica Roma 20 milioni dalla Stet (main sponsor del Giallo Vip) per i lavori finalizzati alla valorizzazione delle Mura Aureliane.

Numerosi sono gli ospiti che approdati al circolo per il Giallo Vip chiedono di iscriversi alla Ginnastica Roma. Paola Caligaris, moglie del famoso generale, tratta a lungo l'iscrizione di una ventina di amici disposti a lasciare un circolo del Lungotevere.
Sono talmente prestigiosi, torneo e circolo, che arriva alla Ginnastica Roma una lettera (con assegno allegato) in cui l'amministratore delegato della North Pole si dice "onorato" di poter iscriversi al circolo.
Anche Renato Bocchi, finanziere e maggior azionista della Lazio, chiede di iscriversi nel 91': incontrando Angelo Frasca (aveva gli uffici in Via del Babuino) si lamenta che nessuno della Ginnastica Roma abbia risposto alla sua richiesta; e l'anno dopo, tornando al circolo per il torneo, rilascia un assegno di L. 4.000.000 per le vecchie quote ed per una annualita' anticipata.
Si iscrivono negli anni del Giallo Vip Zeno Tascio, il figlio, Nicoletta Fiorucci, Giampiero Elia (Mediocredito Centrale), Massimo De Cadilach e Letizia Avato, Vittorio Barattieri, Amedeo ed Angelo Ferlisi, Francesco Pascarito e Filippo Lo Presti, Edmondo Mannetti, Carlo Schwarz; Benedetto Ruggero e Pierluigi Butti, Fabio Isman e Vittorio Emiliani, Pippo Mannino, Sergio e Massimo Cragnotti, Giovanni Bracale. Insomma, Gianni Bonomi e' stato bravo, bravissimo: ma in pratica e' stato facile come organizzare una festa da ballo alla Scala, il merito e' del Teatro, altri avrebbero fatto lo stesso, o forse meglio.
Ecco, ecco il ragionamento (per niente sbagliato) che ha innestato nel Giallo Vip un virus che l'avrebbe definitivamente infettato. Solo chi conosce bene la Ginnastica Roma, puo' capire: ora il circolo ha un direttivo piu' moderno e piu' snello. Ai tempi del Giallo Vip i consiglieri erano addirittura undici, non c'era un segretario, un coordinatore, ed anche per comprare una matita si doveva riunire il direttivo.
Una societa' oltretutto senza scopo di lucro, senza un "padrone", ispirata ad uno statuto obsoleto che autorizzava il dirigismo piu' burocraticizzato. Ed e' stato in questa situazione che Gianni Bonomi, iperdecisionista, coraggioso, intraprendente, ha organizzato il Giallo Vip, lavorando con i suoi collaboratori a Piazza Fiume, in quanto la segreteria della Ginnastica Roma era chiusa.
Era impensabile, a quei tempi, utilizzare la carta intestata del circolo, non ci sarebbe stata nemmeno il modo si scriverla, e nessuno, nemmeno il Presidente l'avrebbe firmata senza una delibera del Consiglio. E cosi', quando alla Ginnastica Roma sono cominciate ad arrivare centinaia di lettere di adesione (da Andreotti ad Alberto Tomba; dal Presidente della Repubblica Cossiga ad Ottavio Missoni; dal Sindaco a Giorgio Chinaglia) queste erano indirizzate a Gianni Bonomi e non alla Ginnastica Roma; i soci erano entusiasti, la societa' meno, rimaneva una specie di matrigna costretta a riconoscere un figlio prodigio ma mezzo bastardo. Un esempio su tutti: venne affissa in bacheca una lettera proveniente da Wimbledon in cui il vicepresidente scriveva

Diciamo subito che questo successo, travolgente, pazzesco, inimmaginabile, va certamente ascritto anche all'intraprendenza di Gianni Bonomi, al suo coraggio ed alla sua capacita' manageriale; ma il vero merito (e proprio Gianni Bonomi ne e' ora disinteressato testimone) e' della Ginnastica Roma, della sua storia, della sua bellezza, della sua incredibile location.
Per capire il merito fondamentale del circolo nel clamoroso successo del torneo, va ricordato uno scambio di battute davvero simpatico tra l'ambasciatore americano Peter Secchia e l'ex segretario di Stato Henry Kissinger: "Lo sai che sono stato invitato la settimana prossima a giocare a tennis a Villa Borghese?".
Al che', Henry Kissinger, incredulo, ebbe a rispondergli: "Si vede che non sei nessuno, a me il mese prossimo m'hanno invitato a giocare a tennis facendomi il campo dentro al Colosseo".
Ed Akbar Mirza Khaleeli, l'ambasciatore indiano, che prima di accettare l'invito al Giallo Vip, volendo fare comunque un sopralluogo al circolo, s'e' fatto fotografare assieme alle figlie, con la racchetta in mano, ed il Muro Torto alle spalle.
E quel miliardario italo-americano, il re della pizza (fotografato sull'Espresso a bordo di una delle sue cento Ferrari) che il circolo lo voleva addirittura comprare.
Era talmente prestigioso il Giallo Vip, nella sua location di Villa Borghese, che alcune grosse aziende compravano spazi pubblicitari sui giornali per vantare la loro presenza al torneo.
Era talmente prestigioso che una famosa azienda di sanitari chiese di istallare gratuitamente negli spogliatoi delle docce idromassaggio (la richiesta non venne accolta perche' comportava grossi lavori di muratura);
che l'Hotel Excelsior mise a disposizione una sala per la conferenza stampa del torneo; che l'associazione commercianti di Via Veneto sottopose al Comune di Roma un progetto per la realizzazione della finale del Giallo Vip in strada, tra l'Harris Bar e l'Hotel Flora.

che avrebbe fatto il possibile per mandare al Giallo Vip una delegazione del piu' prestigioso torneo del mondo. Era il primo passo per un gemellaggio tra il Croquet Club Wimbledon e la Ginnastica Roma che Gianni Bonomi aveva proposto a Londra. La lettera dalla bacheca fu tolta da un imbarazzato custode "in quanto il circolo non ne aveva autorizzata l'affissione": il Giallo Vip entrava in conflitto con interlocutori invisibili. Piu' aumentava il successo del torneo, tra l'entusiasmo dei soci, piu' schiumava una contestazione silenziosa e senza nome. Storico a questo proposito, il commento del compianto socio Arnaldo Cippitelli, umile ciabattino al Pantheon, cervello fino.
"Sto' torneo non puo' durare, c'ha un difetto, e' troppo bello. Je' rode: domani c'e' la sfilata di moda e ho sentito uno che diceva : speriamo che piova". Nel Febbraio del 1993 il Consiglio Direttivo della Ginnastica Roma delibero' lo svolgimento della nona edizione del Giallo Vip, ma due mesi dopo venne consegnata a Gianni Bonomi una raccomandata a mano in cui si diceva che quella delibera doveva ritenersi annullata. L'edizione del '93 salto', e l'anno dopo Carlo Bensi organizzo' alla Ginnastica Roma la prima ed unica edizione del Giallo Vip taroccato. Ce ne sarebbe stato abbastanza per andare in Tribunale ma Gianni Bonomi (per amore e per interesse) preferi' dirottare le sue rivendicazioni contro un ricchissimo sponsor inadempiente, stravincendo una causa durata dieci anni. E consolandosi con un mega-contratto di consulenza firmato con una societa' pubblicitaria intenzionata ad esportare lo stesso torneo ad Atene: 200 milioni per avere da Gianni Bonomi consulenza e know-how circa l'organizzazione di un evento che alla Ginnastica Roma moriva per troppo successo.