CAPI DI STATO: ELTSIN

BORIS, UN GRANDE AMICO

Un momento della storica conferenza stampa: e' una visita ufficiale di un Capo di Stato, sul tavolo le bandierine di Russia ed Italia, ed il microfono e' nelle mani di Raffaella Fiore: la responsabile delle relazioni esterne del torneo da' il benvenuto al Presidente, a nome della 'Ginnastica Roma'. Nella foto, da sinistra, Miriam Matera, il console Jazenko, Raffaella Fiore, il responsabile della sicurezza, il Presidente e Vladimir Voronin.

Boris Eltsin in tenuta tennistica. Il Presidente era un grande appassionato di tennis, e giocava almeno una volta a settimana, sia in un campo vicino alla sua dacia, sia al Cremlino. Alto, massiccio, era dotato di un discreto braccio, e preferiva il gioco a fondo campo: incerto nel rovescio, aveva un dritto molto arrotato, che creava grossi problemi agli avversari. Il presidente preferiva il singolo, in doppio stava sempre dietro, rarissimi i suoi colpi al volo.

Quella tra Gianni Bonomi e l'ex Presidente della Russia e' la storia di una stupenda amicizia tra muti (l'uno non parlava russo e l'altro conosceva solo poche parole di inglese). Un funzionario dell'ambasciata russa aveva fatto sapere che a Mosca (fine anni 80) c'era un solo politico appassionato di tennis: si trattava del viceministro dell'Agricoltura, l'allora semisconosciuto Eltsin, e Gianni Bonomi decise di volare a Mosca: fu subito 'feeling'. Boris accetto' con entusiasmo l'invito, che confermo' poche settimane dopo a Milano, negli uffici della Leonardo Mondadori.
Ma proprio poche settimane prima dell'inizio del torneo, venne defenestrato dal Governo Gorbaciov, che, dopo averlo isolato, lo privo' addirittura della Torpedo ministeriale. Gianni Bonomi che aveva comunque promesso che sarebbe tornato a Mosca per gli ultimi accordi relativi alla presenza di Boris al torneo, volo' in Russia ad incontrare di nuovo l'amico caduto in disgrazia. L'incontro fu davvero commovente, e Gianni rischio' di essere soffocato, stritolato dall'abbraccio di quell'omone quasi in lacrime: ''Io non sono piu' un Vip, e tu, che hai paura di volare come me, sei venuto ugualmente a Mosca per salutarmi ed invitarmi. Me lo ricordero' tutta la vita''. Boris, per problematiche varie, non venne a giocare: dopo poco tempo divenne Presidente e del suo amico romano si ricordo'; al punto che a Biagio Agnes, Presidente della STET, che lo aveva avvicinato in una occasione della visita di un gruppo di industriali al Cremlino, Boris Eltsin ebbe a dire, in quel suo inglese cosi' stentato ed un po' ridicolo: "In Italy I have a good friend, Mister Gianni Giallovip" (confondeva spesso il cognome con il nome del torneo).
Boris fece ancora di piu': in occasione di una sua visita ufficiale in Italia, di fronte a decine di giornalisti e televisioni, concesse il microfono a Raffaella Fiore del Giallo Vip, facendosi intervistare da lei, sul tennis e sul torneo: non venne mai a giocare (come confermo' in una intervista

a RAI 1), ma Gianni Bonomi lo ricorda ancora con grande affetto, assieme alla cara Nina, ed a tutta la sua famiglia.

E grazie a quanti, italiani e russi, a Mosca hanno aiutato Gianni Bonomi nel faticoso inseguimento: Demetrio Volcic e Marco Politi (corrispondenti della Rai e del Messaggero), Boris Fiodorov (ministro della finanza), Gavril Popov (sindaco di Mosca), Alexander Matrosov (vicesindaco), Ugo Colombo Sacco (consigliere dell'ambasciata italiana a Mosca), Alessandra, Vera, Natascia ed Irina (impiegate del consolato in Uliza Veznina), Vlad Kotelnikov ed Olga Baldan (preziosissimi interpreti), Andrew Nurberg (che dal suo ufficio di Londra ha fatto da "antenna" con Mosca) ed infine, il piu' prezioso (e paziente): Lev Sukhanov. A tutti grazie, anzi Spasiba.

Nelle foto Cinzia Basile sulla Piazza Rossa e con la biografia di Eltsin edita da Leonardo Mondadori