IL CIRCOLO: STORIA

DA GIUSEPPE ED ANITA
...AI GIORNI NOSTRI

I fasti dell'antica “Roma” nei libri di Carlo Bensi e Vittorio Emiliani.
Da Menotti Garibaldi a Nathan, il miglior sindaco, il peggior presidente.
Ma il figlio di Anita era ginnasta o tennista?

La grande crisi degli anni '80 ed il Rinascimento col “Giallo VIP”
torneo internazionale di tennis: una intervista con Gianni Bonomi.
La storia dell'asino, analfabeta e fascista

Ginnastica Roma 2012, una societa' che gode di buona salute.
Futuro e prospettive di un circolo che ora...e' totalmente illuminato.
Ed ora dall'Ing. Tossini si aspetta il miracolo

I FASTI DELL'ANTICA “ROMA”

La “Societa' ginnastica Roma” nasce ufficialmente il 21 Giugno 1890, con la comunicazione al sindaco ad opera di Menotti Garibaldi, figlio di Giuseppe e di Anita.
Gli storiografi raccontano che Menotti fosse un ottimo generale (per dna o spintarelle paterne) ma non sono purtroppo stati in grado di dirci se fosse o meno di indole sportiva, portato piu' alla ginnastica o all'atletica.
Sembra comunque che l'esigenza di fondare un circolo nascesse dal desiderio, da parte di 700 romani appartenenti alle classi medio-alte, di emulare gli altri Paesi civili molto piu' avanzati dell' Italia in materia sportiva; la carenza di strutture di insegnamento li condusse, quindi, alla costituzione della societa', nel Palazzo Cini, al numero 26 di Piazza di Pietra, il 5 Giugno 1890. Ispirata alla perfezione e all'armonia della grecita', la ginnastica assume un ruolo preponderante; il Tevere diventa uno dei luoghi privilegiati del tempo libero e dello sport agonistico. I giornali del tempo,“Il Messaggero” soprattutto, sponsorizzano il canottaggio e il nuoto: nascono cosi', i Circoli di Canottaggio. Da una parte la “Canottieri Aniene”, di fazione probabilmente massonica; dall'altra la “Tevere Remo”, piu'“nera” e papalina.
La prima sede della SGR e' in Via Cernaia 3: i primi corsi partono grazie al Prof. Ettore Calori ed abbracciano molte discipline: ginnastica in primo luogo, ma anche bocce, tennis, pattinaggio, podismo, tamburello,tiro a segno, velocipedismo, passeggiate ginnastiche. Alla presidenza si alternano grandi personalita' di rilievo politico e civile: a Menotti Garibaldi, subentra il senatore Antonio Allevi; nel '92 e' la volta del Conte Pietro Antonelli, sottosegretario agli esteri del Governo Crispi, e nel 1895 e' addirittura il sindaco di Roma, Ernesto Nathan a prendere le redini della SGR.
Un ottimo sindaco (pare addirittura il migliore mai stato al Campidoglio), ma un pessimo Presidente, poco interessato, assente, proprio perche' oberato da altri impegni piu' importanti.
Grazie al consigliere Fortunato Ballerini nasce la “palestra popolare”, gratuita per i ragazzi di eta' superiore ai dieci anni e viene costituito un comitato femminile presieduto da Carolina Rattazzi, che si prefigge lo scopo di diffondere l'educazione fisica della donna. Nel 1891 Pelloux concede

alla SGR un'area tra Via Genova e Via S. Vitale per costituirvi una palestra di legno, ma nel Gennaio del 1897, la costruzione va a fuoco; il progetto di ricostruzione in muratura, affidato all'architetto Cesare Bazzani, trova la sua realizzazione nel giugno 1898, alla presenza del re Umberto I e della Regina Margherita. Nella sede di S. Vitale si forma la generazione dei ginnasti che partecipa ai numerosi concorsi nazionali e internazionali, con eccellenti risultati. Nel 1905 in seguito alla costruzione della questura e della caserma dei vigili del fuoco a Via Genova, la SGR viene trasferita a Via Emanuele Filiberto, con sede sociale a Via dei Serpenti: la nuova sede piu' precaria non impedisce agli atleti romani di raggiungere successi sempre piu' soddisfacenti.
Il primo conflitto mondiale segna una battuta d'arresto per le attivita' sportive, ma gia' nel 1920 l'allora sindaco di Roma Luigi Rava concede alla SGR uno spazio al “Muro Torto”, che i soci seppero bonificare, armandosi di pale, badili e picconi. La nuova sede diventa fucina di nuove discipline, come la palla a cesto, il calcio, il judo, il sollevamento pesi, il pugilato,la volata,che rimpiazzano alcune attivita',come il tamburello,il velocipedismo e le passeggiate ginnastiche, ormai desuete.
In primis e' sempre la ginnastica, seguita da atletica e tennis, ma negli anni '20- '30 si affacciano la pallacanestro e la scherma. I romani del basket, allenati dal maresciallo Angelo Bovi, riescono ad accaparrarsi il titolo di “Campioni d'Italia” nel '28, '31, '33 e '35. Con l'avvento del fascismo, le attivita' conoscono un cospicuo incremento.
La SGR raggiunge, in quegli anni, il punto piu' alto in termini di soci, frequentazioni e allori sportivi, ma il secondo conflitto mondiale, le leggi razziali, l' occupazione nazista, segnano un ulteriore rallentamento. Con il dopoguerra si affacciano due problematiche da affrontare nell' ambito della SGR: la rivoluzione dei media, degli sponsor, la medicina sportiva, la nuova preparazione e spettacolarizzazione degli atleti e la modifica strutturale dell'ambiente, l'aumento del traffico automobilistico e della popolazione, che impediscono lo svolgersi pacifico delle attivita'. Cio' nonostante, non mancano risultati eccellenti e a farla da “padrone” e' di nuovo la pallacanestro, che alla guida di Ferrero, conosce il suo momento “eroico” tra il '47 ed il '53.

LA CRISI DEGLI ANNI '80
ED IL RINASCIMENTO
COL TORNEO “GIALLO VIP”

INTERVISTA CON GIANNI BONOMI

Questo sunto della storia della “Ginnastica Roma” e' stato ricavato da due libri scritti da Carlo Bensi e Vittorio Emiliani, ex soci del circolo e storiografi ufficiali della societa'. Rileggere di fatti e persone cosi' lontane e cosi' vicine allo stesso tempo, soffermarsi sulle foto di cent' anni fa, e' stato davvero emozionante, e gli autori vanno senza dubbio ringraziati per il loro impegno editoriale. Ma i due libri, soprattutto quello di Carlo, mostrano alcune lacune, ignorando:

  1. la voragine temporale che va dagli anni 50 ai 90
  2. la grande crisi del 1980
  3. la rinascita della “Ginnastica Roma” con quello che e' stato l'avvenimento certamente piu' importante nella storia del Circolo del Muro Torto: il torneo di tennis GIALLO VIP

Lo scrive del resto anche Sandro Fiorelli, a pag. 65 del libro di Emiliani: negli anni '80 inizia una lenta e progressiva fase di crisi... la salvezza e la sopravvivenza del sodalizio e' favorita da una cultura sportiva...hanno un ruolo fondamentale la creativita' dei soci in eventi significativi come il Torneo Giallo Vip.
Questa intervista a Gianni Bonomi, ideatore ed organizzatore della manifestazione, ha dunque questa duplice funzione: riempire un vuoto importante nella storia della “ Ginnastica Roma”; ma soprattutto sottolineare che la realizzazione del Giallo Vip e' stata possibile soltanto grazie al fascino, alla bellezza, al prestigio, alle suggestioni della “Ginnastica Roma”

Gianni Bonomi, perche' questa intervista?
Carlo Bensi e Vittorio Emiliani, nei loro libri, con un palleggio di complimenti, si sono intervistati a vicenda . Io non ho la spalla, per cui mi intervisto da solo

Quando e perche' hai pensato di realizzare il Giallo Vip?
Era il 1985. Al circolo tirava aria di chiusura, un gruppo di soci era andato a parlare con Cheever, il proprietario della palestra “Roman Sport Center”, interessato al “salvataggio” della Ginnastica Roma, che in effetti voleva rilevare. Alla Ginnastica Roma, si registrava una continua fuga di soci: non esisteva né una segreteria, né un segretario; negli spogliatoi incrostati, era difficile trovar l'acqua calda; le suppellettili erano fatiscenti, non esisteva il ristorante, e nel bar-baracca c'erano infiltrazioni d'acqua piovana. Enrico, il factotum del circolo, sarebbe stato licenziato di li' a poco per gravi inadempienze. Per smuovere le coscienze ho addirittura edito un giornaletto: un mensile strettamente riservato ai soci (166 soci, 166 copie) in cui hanno scritto Vittorio Emiliani, Mario Tonucci, Alessandra Pepe, Beppe Pecoraro. A parte l'intrattenimento (cruciverba e vignette sulla Ginnastica Roma, foto d'epoca dei soci, il ritratto di un socio scritto da Carlo Bensi ) il giornaletto era una denuncia della situazione societaria, con la pubblicazione di tutte le lettere di protesta dei vari soci, l'elenco dei dimissionari e delle loro motivazioni. E' in questa situazione che sottopongo al Consiglio Direttivo (ne ero membro con l'alta carica di “direttore tecnico”) l'idea del primo Giallo Vip, tra lo scetticismo dei soci, capeggiati da Giovanni Giocondi: “ Ma vi pare che sia solo lontanamente pensabile che in un circolo come la Ginnastica Roma possa venire a giocare un attore, o un politico, o un giornalista? Ma io... mi gioco la testa”

Ed invece com'e' finita?
Sono invece arrivati al circolo centinaia di VIP, ambasciatori, ministri, cardinali, direttori di giornali, star del cinema,magistrati; e al loro seguito, paparazzi, fotografi, giornalisti, televisioni. Quotidiani, settimanali, riviste italiane e straniere hanno parlato del Giallo Vip della Ginnastica Roma; con la notorieta' sono arrivati nuovi soci,gli sponsor, tanti benefit, contributi economici importanti

Benefici per te o per il circolo?
Il discorso economico e' complesso, lo si puo' leggere nella storia del torneo. Per quanto riguarda il circolo, posso fare soltanto alcuni esempi: s'e' iscritto al Giallo Vip Andrea Delfini, e suo padre, l'arch. Vanni, prima ha istallato alla Ginnastica Roma uno degli eleganti gazebo degli “Internazionali d'Italia”; poi ha rifatto, gratuitamente il tetto del ristorante; l'Ellesse di Perugia ha messo i fondali, l'Uno piu' gli ombrelloni, l'Edilkamin ha regalato il barbecue ancor oggi in funzione. Si sono iscritti al Giallo Vip Giancarlo Andrei ed il dott. Mauro Bosca, direttore dell'ACEA , ed al campo quattro e' successo il miracolo: il campo era praticamente inutilizzabile a causa di un enorme tombino dentro al quale c'erano intricate tubazioni che dovevano rimanere ispezionabili. In pochi giorni, il tombino e' stato rimosso, ed i soci hanno potuto usufruire di un singolo molto comodo.

Ti sono piaciuti i libri di Emiliani e Carlo Bensi?
Ho visto quello di Vittorio, e mi sono emozionato gia' con la copertina: c'era la stella della “mia” Ginnastica Roma ed al centro, in una bellissima foto d'epoca, alcune ginnaste in equilibrio sulle parallele.
Con il loro petto proteso, a braccia larghe, come rondini in volo, in quella copertina color cielo blu, sembravano un irresistibile invito a tuffarsi in quel secolare giacimento di memoria.
All' interno, un esempio di editoria ad alto livello: per l'eleganza della grafica, per l'impaginazione sobria e signorile, per la rarita' del materiale fotografico, e soprattutto per i testi di Vittorio, davanti al quale (come giornalista e scrittore), dopo essersi alzati il cappello, bisogna pure fare un inchino.

E quello di Bensi?
Il libro di Carlo Bensi, a cui Vittorio dice (generosamente) d'essersi ispirato, non e' dello stesso livello, probabilmente per una questione di budget: bruttino il formato catalogo-Ikea, fastidioso quel color seppia, sbagliata la foto in copertina (la meno indicata tra quell'incredibile materiale fotografico a disposizione). Carlo, burbero uomo di cultura, si riscatta comunque col testo, colto, brillante, piacevole. Trovo comunque che i due libri abbiano un difetto in comune: meticolosi per quanto riguarda il passato ( dal 1890 agli anni cinquanta), risultano approssimativi, pigri, disattenti, sbrigativi ed inattendibili per quanto riguarda la storia moderna della “Ginnastica Roma”

Cosa vuoi dire?
Ad un certo punto, nei loro libri, e' come se la storia della Ginnastica Roma registrasse una specie di vuoto di memoria. Dopo aver scavato con gusto nelle gloriose macerie del passato, gli storiografi, spesso si rassegnano pigramente all'amnesia che riguarda gli accadimenti piu' recenti. Rovistare nel passato e' emozionante, comodo, fa cultura, difficilmente si rischiano rogne o smentite.
Io, per esempio, avrei scavato sulle Olimpiadi del '60, un avvenimento epocale per lo sport italiano e per la Ginnastica Roma. Chi era il Presidente del Circolo? Chi ha deciso la costruzione della palestra? Mi sarebbe piaciuto sapere, se e' stato il nostro circolo a proporsi, oppure il CONI a pretenderlo e con quali finalita', oltre quella di far allenare gli atleti per un paio di settimane. I dirigenti di allora, avrebbero potuto approfittare dell'euforia urbanistica tipica delle Olimpiadi per pretendere qualcosa di piu' e di meglio dell'attuale palestra: un casermone ottimo per la ginnastica, ma che ha lasciato irrisolto il problema della club house che in un circolo e' vitale. Gli storici devono raccontare fatti dai quali trarre esperienza ed insegnamenti: le Olimpiadi e quel prezioso lascito quasi coloniale che e' la palestra, in un libro sulla storia della Ginnastica Roma, andavano approfonditi.

Ma cosa rimproveri esattamente a Bensi ed Emiliani?
Carlo Bensi dedica cinque pagine assurde alla lotta giapponese; ed ignora del tutto, citandolo appena in un inciso, un torneo della Ginnastica Roma che ha fatto la storia del tennis amatoriale italiano; dedica un paio di pagine ad Ottaviano Del Turco (suo capo-ufficio alla CGIL e chissa' per quale motivo socio onorario della Ginnastica Roma) ed ignora Silvana Lazzarino, celeberrima pluricampionessa italiana che alla Ginnastica Roma aveva vissuto (il padre era stato custode del circolo) ; Silvana era piena di foto e di ricordi che sarebbero stati preziosi per la ricostruzione della storia contemporanea della Ginnastica Roma. Vittorio Emiliani, almeno, giornalisticamente e' un po' piu'“sgamato”: dedica ben cinque pagine alle poesie in dialetto di un socio suo amico, ma della Lazzarino almeno fa un rapido accenno; e lascia che sia Valerio Del Favero a dedicare poche righe entusiastiche al Giallo Vip . A parte queste grosse lacune, nel libro avrei messo piu' episodi, piu' foto, piu' personaggi, riguardanti il passato prossimo

Non ti sembra di essere troppo critico nei loro confronti?
Emiliani e Bensi sono amici, con Carlo lo sono da oltre quarant'anni. Ma ignorando il Giallo Vip, e quel periodo storico della Ginnastica Roma, non hanno reso certo un buon servizio al circolo: in pratica non hanno saputo, o voluto, raccontare ai soci i dieci anni di quel torneo. Che sono stati esaltanti non solo perche' hanno tolto il circolo dalle sacche di una enorme crisi; ma anche perche', hanno dimostrato in maniera incontrovertibile che il clamoroso successo del Giallo Vip era dovuto al prestigio ed alla bellezza della Ginnastica Roma, dando una indicazione preziosa per chi ha a cuore le sorti della societa'”

Condannare i due libri per questo motivo, sembrerebbe comunque esagerato...
Mi sono piaciuti, quello di Vittorio molto di piu': ma, ripeto, entrambi hanno ignorato un lungo periodo della nostra storia recente, in particolare il decennio del “Giallo Vip” che e' stato l'evento piu' importante della storia del circolo, e mi dispiace che l'abbiano fatto con leggerezza, forse per compiacere qualcuno. Non si tratta certo di una dimenticanza. Vittorio Emiliani ha messo piede per la prima volta alla Ginnastica Roma (di cui diventera' Presidente) proprio per giocare al Giallo Vip. Come direttore del Messaggero, ha dedicato al Giallo Vip decine di articoli; in occasione dell'edizione del '90 il Messaggero di Emiliani ha dedicato addirittura un inserto di otto pagine al torneo. Scrive Troncarelli, il giornalista: “Fiore all'occhiello della Ginnastica Roma che ha rilanciato sotto tutti gli aspetti il vecchio circolo del Muro Torto, e' il Giallo Vip, degna appendice degli Internazionali d'Italia.” Era talmente importante il Giallo Vip che Rino Barillari, fotografo di punta del Messaggero stava in pianta stabile alla Ginnastica Roma per tutto il mese di Giugno.

E Carlo Bensi?
Carlo e' un tipo speciale. Ha due personalita', dovute alle sue note condizioni umorali: e' colto, amichevole, simpaticissimo affabulatore (e questo quasi sempre) . Ma puo' essere scorbutico, inaffidabile, voltagabbana (nei rari momenti in cui e' preda degli attacchi d'umore). Io, e tanti altri che l'hanno goduto e subito (chiedere ad Agosti, Roberti, Battistoni) gli siamo sempre rimasti amici. Recentemente, proprio in occasione di questo sito, Carlo aveva accettato con entusiasmo di scrivere un pezzo sul Giallo Vip: gli piaceva ricordare che con la sponsorizzazione dell'Alitalia al torneo, avevo invitato lui ed un gruppo di soci una settimana a New York in occasione della maratona; rideva soddisfatto ricordando le montagne di pasta di vino, di magliette, di tute, di palline, tutto a sbafo. Ma, dopo essere andato tre volte a casa sua, al mattino alle otto a ritirare il pezzo, mi ha detto che non se la “sentiva piu'di scrivere sul torneo in quanto gli sembrava una apologia ai Vip”. Ecco l'insopportabile uomo, l'umorale: basta leggere cosa Carlo aveva scritto in una memoria indirizzata al C.D. cofirmata da Gilberto Pascucci e Riccardo Tossini, il 25 Novembre 1993

“A Giugno del prossimo anno, 1994, si svolgera' la decima edizione del Giallo Vip, una manifestazione ormai classica nello scenario sportivo, e non solo, della capitale. Del Giallo Vip, nato alla Ginnastica Roma, una sola edizione, la nona, si e' svolta fuori dai campi del Muro Torto. Cio' ha comportato che i soci della Ginnastica Roma per frequentare il torneo e le sue manifestazioni (feste, cene, meeting, premiazioni ecc) si siano di fatto trasferiti nella nuova sede del Giallo Vip. Nel corso della 9^ che si e' svolta in un circolo dell' Acqua Acetosa, i soci della Ginnastica Roma, specie i tennisti, hanno disertato il Muro Torto per trasferirsi all'Acqua Acetosa, a giocare, ad intrattenersi tra loro e con gli altri, e questo sera dopo sera, senza soluzione di continuita'. Se dunque, nell'immaginario collettivo dei soci della Ginnastica Roma, il Giallo Vip risulta luogo di aggregazione e di divertimento proprio della SGR , e' importante che la Ginnastica Roma valuti per tempo l'opportunita' di ricondurre la 10^ edizione nella sua sede storica, e cioe' alla SGR. Il Giallo Vip, oltre a costituire il momento piu' alto di animazione, di socializzazione e di divertimento per i soci, o almeno per la maggioranza di essi, ha prodotto diversi effetti benefici per la Ginnastica Roma, soltanto in parte valutabili con il metro monetario: nuovi soci, acquisizione del gazebo, l'agibilita' del campo quattro, materiali, attrezzature, contributi; infine una notorieta' nazionale ed internazionale della Societa' Ginnastica Roma, tale da renderla punto di riferimento per molti ospiti di riguardo della citta'”.

Dopo questa lettera di Bensi al Consiglio cosa e' successo?
Avevo smesso di frequentare il circolo per un gravissimo lutto, il Giallo Vip era passato in secondo piano. Proprio Carlo Bensi, a dimostrazione di quanto ritenesse importante per il circolo una manifestazione del genere organizzo' nel '94 un torneo analogo: si chiamava “Doppio Giallo - Vip e Cultura” ma non ebbe seguito.

Quindi sei ancora arrabbiato con Carlo Bensi?
Siamo vicini di casa, per trent'anni ci siamo visti nudi negli spogliatoi, abbiamo problemi in comune. Carlo e' un grande, l'amicizia resta, come restera' sempre quel suo carattere, quel suo umor nero che fa tuonare il suo vocione. Una volta, dopo aver steso il solito bucatino al campo centrale, e' entrato nel ristorante, sgridando un gruppo di soci che osavano mangiare guardando la televisione; con Miro Allione che per poco non si mangia lui...

Parlavi di libri, di storie, di aneddoti, di Vip e di Carlo Bensi: ne ricordi qualcuno?
Alla Ginnastica Roma ho praticamente vissuto, oltre che giocato; di aneddoti ce ne sono mille. Ma sullo specifico tema (libri, Vip e Carlo Bensi) ne ricordo uno davvero divertente. Veniva spesso a trovarmi al circolo Nino Benvenuti che un giorno mi disse che doveva scrivere un libro autobiografico per una casa editrice diretta da Gianni Mina'. Gli serviva un aiuto, ed io, come al solito, pensai al mio amico Carlo Bensi che accetto' con entusiasmo, gratificato da quella proposta inattesa, accompagnata da un assegno che chiesi a Nino di dargli come acconto.
I due, chiamiamoli coautori, si sono quindi trovati a scrivere a quattro mani, in Via Alessandria, a casa di Carlo. L'incontro, abbastanza imbarazzante: Carlo, tozzo, robusto, capoccione quadrato, il solito vocione; Nino alto, esile, la caratteristica vocina in falsetto; Carlo sempre casual, Nino vestito come un dandy; Bensi, nel corpo a corpo un po' coniglio e Benvenuti, campione del mondo di pugilato, che ha sempre affrontato la vita a mani nude, che subito punta il dito contro chiunque arriccia il naso; Carlo di estrema sinistra e Nino di estrema destra. S'incontravano ogni giorno; appena sentiva il citofono, Carlo preparava con premura il caffe', ed andava ad aspettare Nino sulla porta: uno scambio di convenevoli, e si mettevano al lavoro, con alacrita', pur senza grandi feeling. Quel giorno fu leggermente diverso: suono' il citofono, Carlo accorse ad accendere il fuoco sotto al caffe', ando' ad aprire la porta e saluto' il campione: Nino, entrando in casa, scalcio' la porta alle sue spalle con un colpo violento, afferro' Carlo Bensi per il bavero, si trascino' qualche metro l'omone che barcollava e comincio' a sbatterlo violentemente al muro. - Somaro io ? Dimmelo in faccia che sono un somaro! Analfabeta a me? Dai,ridillo che sono un analfabeta! Fascista? Fascista di merda a me? Nino continuava a ripetere quella serie di insulti, li soffiava e li vomitava in faccia a Bensi, continuando a sbatacchiarlo contro il muro; Carlo, per meta' bianco e per meta' paonazzo, si sentiva travolto da questa furia, che, quasi soffocato non riusciva a placare. Somaro, analfabeta, fascista di merda: erano cose che Carlo Bensi aveva realmente pensato di Nino Benvenuti, e forse anche detto; ma come faceva il pugile a saperlo, gli stava leggendo nel pensiero? No no: Carlo, quel giorno, stava a casa con alcuni suoi amici, quando arrivo' la telefonata di Nino. Dopo poche parole si salutarono e Carlo comincio' a parlare con gli amici in salotto: “Era Nino, che palle; quel fascistone, somaro ed analfabeta...” Purtroppo, dall' altra parte del filo, Benvenuti stava ascoltando, Bensi s'era dimenticato di riappendere la cornetta.

CHE RICCARDO CI ILLUMINI...

Presidente della Ginnastica Roma e' Riccardo Tossini, ingegnere, simpatico, amabile, ma anche attento e scrupoloso. Dovrebbe essere al suo terzo mandato ed e' probabile che sia riconfermato. Intanto, Riccardo che e' un tennista (micidiale in doppio sotto rete) e' riuscito ad illuminare il campo tre, che, nella elefantiaca lentezza del circolo e' gia' un grosso colpo. Significa che, a parte i mesi invernali, si raddoppiano i tempi di fruizione, proprio nelle ore del tempo libero. A questo proposito pare che, proprio grazie alla completa illuminazione dei campi, alla Ginnastica Roma sara' organizzata una importante manifestazione by night.
E' un buon segno, significa che il circolo e' in buona salute. La Ginnastica Roma, incalzata dalla modernita', aggredita da difficolta' molteplici, con i suoi spazi limitati, puo' accusare stanchezze. Per questo va amata, protetta, sostenuta, soprattutto capita nelle sue potenzialita'.
Il nuovo gruppo dirigente ha fatto cose buone, tornei, corsi di ginnastica e tennis molto validi, nuova sala pesi. Di meglio non si potrebbe fare, a meno che non ci si decida a rinunciare a questo secolare trantran, a questo ineluttabile torpore. Perche', volendo spalancare, e non chiudere, gli occhi sulla situazione societaria della Ginnastica Roma, i problemi ci sono.

  1. Manca una club house, che in un circolo e' la parte vitale
  2. Le strutture predisposte all'accoglienza (ristorante, sala giochi), sono minuscole, poco confortevoli, e per di piu' abusive, costantemente sotto la spada di Damocle di qualche solerte burocrate che gia' in passato ne ha minacciato la rimozione
  3. La Ginnastica Roma, manca di una precisa identita', tra il circolo che dovrebbe essere privato ed impianti che in effetti sono aperti a tutti.
  4. Si registra un continuo calo di soci e, per sopravvivere il circolo ha bisogno di cercar risorse all'esterno, mettendosi in competizione con circoli che hanno ben diverse strutture ed impianti

Ecco, questi sono i problemi con i quali da sempre convivono i dirigenti della gloriosa “Ginnastica Roma”. Superarli, e rilanciare la societa', non e' facile: ci vorrebbe un colpo genio, e tanto coraggio, partendo da un progetto sapientemente illustrato proprio da Riccardo Tossini nella storia del circolo (quella di Emiliani). Diceva il Presidente “che progettare il futuro del circolo era ormai una necessita' assoluta e che era auspicabile una ristrutturazione generale degli impianti.” Parole sante; nella prossima legislatura, ci vorrebbe il coraggio di agire concretamente e di scrivere una nuova pagina della storia della Ginnastica Roma. Parliamoci chiaro, continuando cosi' si rischia il logoramento se non

il collasso, mentre il circolo ha tutte le potenzialita' per diventare un piccolo paradiso, strettamente riservato ai soci.
Un sogno: ombrelloni bianchi, accoglienti e discreti gazebi, fiori, musichetta rilassante, maestri, istruttori e collaboratori in divisa, un parco-bici a disposizione dei soci, con tanto di logo Ginnastica Roma - Villa Borghese stampato sulla canna.

Vedremo in seguito, quando si parlera' di soldi, che e' importante che il logo del circolo sia associato a “VILLA BORGHESE”: non solo per una operazione di marketing, ma per ricordare a tutti l'unicita' di un circolo di tennis che si annida in uno dei piu' bei posti del mondo. Il circolo deve diventare un posto esclusivo: non per un fatto elitario, ne' snobistico, i soci non devono essere una casta privilegiata, ma sentirsi semplicemente i fortunati tutori di un bene prezioso, con il dovere storico di preservarlo, per le sue esigenze architettoniche che ne fanno qualcosa che e' tra un'oasi ed un museo.

Dunque: trasformare la palestra in una club house, ottimizzare gli spazi esterni (rinunciando ad un campo come suggeriva l'ing. Tossini o magari facendo ridisegnare il centrale a qualche superarchitetto); creare una tensostruttura per corsi di tennis e ginnastica a numero chiuso: il concetto e' il solito, entrare alla Ginnastica Roma deve essere un privilegio, come Cambridge, come Wimbledon.

Ma i soldi?
Con un circolo cosi', trovare le risorse per una ristrutturazione e' relativamente facile: le opzioni sono diverse.
La piu' semplice e' quella degli sponsor; con una location cosi' non si deve andare a bussare col cappello in mano; al contrario, il circolo ha la facolta' di vagliare il progetto piu' interessante e il soggetto piu' affidabile. Un paio di sponsor ci sarebbero gia', uno s'accontenterebbe d'aver in uso il ristorante-club house per i suoi convegni una decina di volte all'anno; un altro potrebbe gestire l'attuale baracca dei cartari per un museo del tennis, con la possibilita' di presentare in esclusiva alla Ginnastica Roma innovazioni tecnologiche, lancio di prodotti, presentazione di collezioni ecc.
Se la Ginnastica Roma non fosse un ente senza scopo di lucro (e tale e' bene che rimanga) ci sarebbe anche da far profitti; che comunque arrivano anche senza cercarli troppo (leggere la storia del Giallo Vip) e che potrebbero servire per continue migliorie; o per ridurre le quote dei soci, per sovvenzionare gite e viaggi sociali, attivita' sportive, beneficienza. Rick, illuminaci, passa alla storia.